Tre Ville Run. Raramente mi accorgo di questo tic se sono in privato. Il mio amico Andrea lo ingarbuglia di più dicendo: -To’ siamo fermi e tu leggi il tuo cronometro? Funziona come l’arte per non far appassire i fiori, rispondo, basta guardarli per farli sentire amati e appassire più lentamente. Andrea ride, sa quanto sono scemo, e la sua idea fulminea è di prendermi a spintoni e farmi ruzzolare sul prato. Ci sciropperemo per un bel po’ insieme il cappotto rivoltato di una gara verde al suo esordio agonistico. Partiamo in anticipo, senza una logica precisa per quell’anticipo. Consapevole di essere poco in forma cerco di distrarmi il più possibile. A una coppia alle mie spalle che conversa agevolmente dico: che invidia, lo dico sottolineando le lettere con il fiatone. Mi superano con gioia esagerata. La salita collettiva di Villa Ada ci introduce nella parte più complicata della gara. Per una stravagante forma di rotazione qualche corridore dilettante scende contromano. Dopo il rischio scampato di un paio di frontali riattivo le mie capacità di conversatore in declino salutando un cane che somiglia alla mia Gina. Ma Gina è più bella. La discesa si trasforma in qualcosa di sconnesso per i pochi sampietrini rimasti. Fortuna che torniamo su un rassicurante crocevia zincato. Potrebbe finire qui la gara, e il suo racconto. Per non rimborsare il biglietto arriva l’ultima stazione con una ulteriore batosta altimetrica: Villa Glori. Il lacrimevole reparto abbronzature del mio stato d’animo prova a superare il tutto con meno sofferenza possibile. Pentito, l’organizzatore, ci regala qualche centinaio di metri prima dell’arrivo in pista. Angela è concentrata sulla nuca di un invisibile della malridotta prima corsia. Sembra una che è stata a casa sola tutto il giorno e ora vuole qualche carezza. Ha la maglietta bianca. Sarà una Purosangue albina. Il nome l’ho sentito urlare da un suo amico. Per apparire diverso lo sussurro, - forza Angela. Mi sorride e dice qualcosa che non capisco. Non deve essere nulla di importante. Non mi conosce. Io non conosco lei. La sua bellezza mista a stanchezza mi fa colare un occhio. Con ferocia. La sorpasso.