Ingombri e luoghi comuni sulla corsa. Quando le racconto io le favole finiscono tutte bene. La corsa che non è una favola spesso finisce male, maltrattata. Il decluttering sportivo è il modo di liberarsi delle vecchie convinzioni e la conquista di un nuovo territorio attraverso un’operazione di riordino e pulizia. Funziona anche con la corsa. Rimanere legati a vecchie strategie di allenamento non ci fa progredire, crea una situazione di stallo e a volte di regressione dei risultati. Clutter significa ingombro, zavorra superflua, cose legate pure ai nostri ricordi ma che neppure ricordiamo di avere. Vecchie collezioni, raccolte di giornalini, scarpe da passeggio, scarpe da corsa, ombrelli rotti, vecchie tute da sci molto vintage, vecchi sci,sedie impagliate rovinate, seggioloni,cappelli,cappellini,giochi, giocattoli.,vecchi cd musicali, vecchi dvd,vecchi registratori. Tutte cose ammassate negli angoli nascosti della casa e della mente,nello sgabuzzino, in cantina o in garage, cose inutili immagazzinate ad arte. La corsa stessa spesso ha identica sofferenza di ingombri che ne soffocano l’energia vitale e la progressione dei miglioramenti. Come uscirne fuori? Come uscire fuori dai luoghi comuni? Facile, basta sapere che ci sono, basta conoscerli e possiamo eliminarli e buttarli dalla finestra come si faceva una volta il primo dell’anno. Anno Nuovo vita nuova. Primo luogo comune, la chilometrite-----------. Non c’è amatore che si rispetti che non abbia la passione per le lunghe distanze e per i lunghi allenamenti… e via a macinar chilometri tutti i santi giorni con il gusto di finire stremati e disidratati ad ogni seduta e non avere più energie per il lavoro o per ogni altra attività elementare Serve questo a far sorridere i detrattori di questo sport e dire che fa meglio stravaccarsi sul divano e ingozzarsi di birra e patatine. Poi le gare, le mezze maratone , che già sarebbero poco male, le maratone, anche queste meritevoli di rispetto, ma correrne due al mese o addirittura una ogni settimana come fa certa gente che conosco diventa come passeggiare su di un fosso. Alcuni, per fortuna un gruppo risicato,corre le ultramaratone, la cento kilometri , la 24 ore in pista individuale. Gare estreme, pazzesche che non hanno spiegazione razionale per chi le fa e per chi le organizza. Sono sempre stato d’accordo sullo sviluppo della resistenza oltre che della velocità ma qui mi pare che in parecchi esagerino ottenendo poi come risultato unico infortuni vari alle articolazioni, una schiena disastrata e una moglie biricchina viste le lunghe assenze fisiche e mentali. E’ come comprare la casa nuova colmi di felicità ma su di un baratro per fare in fretta a buttarsi di sotto se non si hanno i soldi del mutuo. Meglio comprarla al mare e respirare la brezza o al massimo in collina e mettere i soldi da parte serenamente, lasciando stare i baratri e la facile felicità. Secondo luogo comune la velocità.------------ Basta frequentare un qualsiasi impianto sportivo,anche se a Roma purtroppo ce ne sono pochi funzionanti alla perfezione, vedi quello di Tor Tre Teste aperto solo nel pomeriggio o quello delle Tre Fontane in eterna riqualificazione, per vedere arzilli cinquantenni, sessantenni inanellare ripetute sui 200 metri, sui 400 metri come novelli Mennea. Sbagliatissima l’età e sbagliatissima la distanza. Se all’età non c’è rimedio oltre a uno stile di vita confortante e sereno, per la distanza basta metterla nel cassetto e si rimedia. E’ del tutto inutile e rischioso migliorarci in velocità se poi dobbiamo coprire in gara percorsi più lunghi e che non impongono variazioni di ritmo intense.Che senso ha poter correre 500 metri in 1 minuto e trenta, circa 3’ al km se poi la nostra andatura di gara è vicina al 5 al km?? Non ci farà certo migliorare il nostro record di gara anzi ci porterà a partenze furibonde che mineranno ogni regolarità di distribuzione dello sforzo e una regressione nel risultato finale. Se poi aggiungete i rischi per i femorali,per le ginocchia, per la schiena e le contratture varie in agguato è facile comprendere che quel tipo di allenamento a una certa età è clutter puro, zavorra inutile e dannosa. Terzo luogo comune le iscrizioni anticipate----- Non c’è gara che si rispetti che non chieda iscrizioni anticipate, poco male se gli organizzatori hanno bisogno di una settimana di respiro per ordinare la giusta quantità di materiale da mettere nel pacco gara.Ma se la settimana diventa un mese o addirittura 5 o 6 mesi di anticipo siamo al delirio collettivo. Pazzesco districarsi e pazzesco decidere sei mesi prima di partecipare a una maratona,la vita moderna impone cambiamenti veloci, rapidi per ogni tipo di decisione e non tempi così lunghi. Fosse invece intenzione degli organizzatori riportarci al passato questo ci commuoverebbe. Mi ricordo era l’anno 84, partenza della Maratona di San Sivestro da Caracalla, tre box per le iscrizioni,uno per i 10 km,uno per i 21km,uno per la Maratona, prezzo identico per le tre partenze. Dovevo correre i 10 km, misi le mani in tasca, feci suonare la tasca e i pochi spiccioli che avevo e in un istante decisi l’iscrizione alla Maratona che costava pochi soldi,quasi fosse in offerta speciale quella distanza. La chiusi in 3ore e 1 minuto, nemmeno tanto malaccio per essere una prima maratona e per aver fatto a pugni con i saliscendi della Colombo nel finale. Questo annedoto l’ho raccontato per far comprendere come erano i vecchi tempi e come sono cambiate le cose. Certo prima la maratona la correvano un centinaio di esaltati come me, oggi la corrono 12000 persone poco esaltate e molto preparate. Che nostalgia però. Nessuno ci chiedeva iscrizioni anticipate, nessuno ci chiedeva nulla ed era bello correre e basta senza nemmeno posti di ristoro troppo numerosi e senza costi eccessivi. La risposta degli organizzatori alle nostre perplessità è sempre la stessa, siete in tanti e ci vuole tanto tempo per organizzarci, se vi sta bene altrimenti andate a correre per prati. Colpevoli di avere questa passione, colpevoli di amare la corsa e l’asfalto, noi che corriamo ci sentiamo sempre più ergastolani in libera uscita che sbadigliano ubriachi per nulla affascinati da questa Maratona così poco sensuale, poco peccaminosa ,e tanto capricciosetta.