Prepariamo la Maratona Lo Speed-Date con la corsa, almeno per chi l’affronta per la prima volta, al buio e in maniera breve e intensa, propone scenari nuovi alla nostra esistenza, se non cambia la vita almeno ne modifica i rimandi lasciando l’odore nel naso di una fatica e di un piacere diluito, mai assaggiato prima. Rinunciarci o fare finta che non esista questo pittoresco modo di divertirsi e stare in salute somiglia a comprare l’iPod, e a non ricaricarne le batterie,diventa oggetto inutile, senza musica. Il timbro del pass ci impone di far funzionare tutto il nostro corpo e cervello e farli funzionare per sempre, altrimenti diventano inutili, o meglio inutilizzati. Su quel connubio dobbiamo puntare per preparare la Maratona Un luogo comune impone almeno 6 mesi di preparazione per una buona maratona senza sorprese di sorta. Sei mesi occorrono forse per un atleta evoluto che punta a un risultato cronometrico eclatante, per noi che puntiamo a non finirla stravolti bastano un paio di mesi di allenamento serio e sereno e un buon treno di corsa in Gara. Mettiamo a fuoco certi aspetti, mai secondari, prima di cominciare, se cominceremo (ho dubbi): . mettetevi le mani in tasca e se non li avete procuratevi i 30 euro per l’iscrizione, senza di quelli non si combina nulla , la Maratona è bella e seducente e si fa pagare (in anticipo). Non potrete dire…non mi è piaciuta, non pago. Il riscaldamento sia che si affronti un allenamento veloce o lento va sempre fatto e per almeno 6 km., o una durata di 40 minuti. Si risparmia spesso nei preliminari alla stregua di amanti focosi , si rinuncia alle fasi di riscaldamento o almeno le si riduce al lumicino. Processi indispensabili al benessere del rendimento specialmente in gara, sbagliato andare subito al sodo meglio accarezzarla un pochino la Maratona Il mio allenatore mi faceva percorrere 12 km di riscaldamento prima di iniziare ogni attività. Alla fine di quei 12 kilometri mi faceva cambiare gli abiti sudati, mi rifocillava con bevande reidratanti, con tea e a volte con caffè caldo, poi sorridendo diceva ora possiamo cominciare l’allenamento. L’alimentazione deve essere moderata e di qualità con una buona colazione al mattino che comprenda carboidrati ma anche proteine , basta aggiungere un uovo sodo o due fette di prosciutto alle tradizionali fette biscottate con marmellata o al muesli, un paio di tazze di caffe lungo o tea e un bacio alla mogliettina in babydoll. Uno spuntino a metà mattina con frutta di stagione, specialmente per chi lavora, è indispensabile. Un pranzo frugale a base di pasta o riso .Una cena prettamente proteica per ricostruire le fibre muscolari danneggiate dall’allenamento e non svegliarci gonfi d’acqua come tacchini (i troppi carboidrati trattengono molecole d’acqua), verdura a volontà, per chi è abituato un bicchiere di vino , anche due…crepi l’avarizia. Ovviamente in allenamento idratatevi bene con acqua e sali minerali e tenete sempre in auto qualche cosa di zuccherino per eventuali cali glicemici improvvisi. Bordin , il nostro grande campione ne aveva bisogno al termine di ogni gara. Si farà vivo dopo tanti anni, per fortuna, un certo vantaggio ponderale basta seguire queste regole essenziali, l’allenamento lungo più un’alimentazione controllata ci garantirà un aspetto competitivo, mascella quadrata, gambe asciutte, torace fiero e imbottito di ossigeno. Se accorciate i capelli post festa rawe e tagliate il baffo da pizzicagnolo…il gioco è fatto, sarete divi o dive della corsa.(il taglio del baffo vale anche per le donne). L’abbigliamento deve essere affatto glamour, affatto alla page, affatto trandy, affatto cool, affatto fashion ,deve essere funzionale ed essenziale, oserei dire minimalista ma solo per scrivere forbito. Deve assicurare calore se le giornate sono fredde, non coprirci ci espone a dolori alla schiena o alle ginocchia, i punti più delicati del maratoneta. Vestitevi a cipolla se fa freddo, dopo pochi kilometri suderete copiosamente ma non vi puzzerà l’alito e non rischierete raffreddori e raffreddamenti e se ne avvantaggerà chi come me… c’ha un po de panza , per dirlo in slang romanesco , e grazie alle coperture a strati, grazie ai lunghi allenamenti e alla scelta poco occasionale del colore nero guadagnerà una linea invidiabile. Se fa caldo spogliatevi, ovviamente….prima guardatevi intorno se c’è gente, nudi alla meta…che meraviglia. Comprate scarpe protettive e di buon spessore tecnico saranno le fedeli compagne di questo lungo viaggio, senza di loro non si combina nulla a meno che non vi chiamiate Bikila Abebe e siate stati due volte campioni olimpici scalzi.. Non siate sparagnini e se proprio vi costa spendere optate per un modello in saldo dell’anno precedente. Già si fa tanta fatica a fare salite e discese se poi dobbiamo lottare con lo spauracchio delle vesciche il gioco si fa troppo duro. Esistono tre tipi di scarpe, quelle neutre per chi non ha problemi di sorta nell’appoggio, quelle antipronazione per chi da piccino rubava la marmellata e si guadagnava gambe ad x, quelle antisupinazione per chi ha fatto il cowboy o è andato a dorso di somaro in ufficio e appoggia sull’esterno del piede. Bene è giunto il momento di iniziare l’allenamento. Quale? Come quale? Quello che conoscete voi, quello qualsiasi, quello che va bene. Io sono contro le tabelle e contro i maestri. Sono qui per imparare, da voi.