Strapaesane difficili. Un ,due, tre, stella!, ti giri e gli avversari sembrano immobili con piglio fantozziano . Riprovi….. un, due, tre, stella!, sempre li loro, statici e silenziosi nell’andatura. I corridori locali sanno bene dove sferrare l’attacco, la volata finale e sanno pure che conviene far passare i metri.Alla fine della gara se ne vanno a velocità doppia, imbattibili. Le strapaesane sono gare difficili, con percorsi tortuosi e con mille imprevisti e vince chi le conosce e le sa interpretare. A Borgo Hermada è facile naufragare, essendo mezza campestre, nello stabbio delle bufale.A Cori non partite lancia in resta ogni giro troverete 300 scalini di pietra da superare. A Pietrasecca, Roccagorga, Sermoneta troverete percorsi dolomitici nonostante siamo quasi nel frusinate.. Al lido di Latina nella Spiaggialonga troverete secchielli e castelli di sabbia da scavalcare e madri inferocite, visto che il percorso è sulla battigia tra la gente. A Montecompatri la corsa dell’angelo vi farà volare in tre kilometri di discesa ripida verso le vigne basse e risalire per otto kilometri, i conti non tornano ma è così, vi giuro, Mastrofrancesco l’organizzatore ed inventore è un mago oltre che maestro di sport. A Pisterzo il Trofeo delle Sette Minestre vi costerà sette fatiche a fare tutte le salite impervie. Ad Amatrice vi torneranno su gli spaghetti fino a Configno.A Tolfa..l’Arrampicata merita un no comment, basta come santitola direbbe Verdone. La più facile è quella di Fiumicino di metà dicembre, la Best Woman..il percorso è piatto ma attenzione ci sono le woman belle ma InBestialite. Segnalo una gara che per me ha un valore affettivo particolare e che per certi versi somiglia a una strapaesana : La Corsa De Noantri che avverrà il 20 agosto durante l’omonima festa rionale di Trastevere. Ci saranno premi per tutti e perfino per il più anziano corridore. Mio padre ci faceva andare a piedi da Monteverde fino a quella festa, io non mi lamentavo mai, stavo zitto e camminavo. Lui non lo faceva per la tirchieria dei quattro biglietti di filobus (forse), diceva che camminare faceva bene e noi camminavamo... Poi la sera ci sedevamo in pizzeria all’aperto tra mille buoni odori da fare la scarpetta pure alla luna. Lui prendeva le coppiette di cavallo, il vino bianco dei castelli, i tarallucci baresi, la polenta fritta vadostana, un viaggio gastronomico assurdo ed economico e quando il cameriere chiedeva ….a questi bei bimbetti cosa gli portiamo? Immediati all’unisono rispondevamo io e mio fratello più grande travolti da un’infinita fame, stanchezza e rompimento: due giganti con le cozze. Nostro padre, commosso per tanta sfacciataggine ed appetito, tutti gli anni replicava allo stesso modo…so ragazzi,scaraventandoci addosso un sorriso indimenticabile e un’energica pacca sulle spalle.