Corri Roma 2015 Sono intimamente sconvolto dalla visione notturna della nostra città che pur sbancando il botteghino con turisti e concorrenti appare sperduta e fragile. Ci sono cento altre varianze per fare apparire Roma così bella, questa è solo una. Alla partenza ci muoviamo lentamente, come sott’acqua, corpo e mente si adeguano assaporando luoghi e luci indovinate e i suoni elettrici di un pubblico assurdo che ci seguirà per un totale di dieci chilometri. I vetri a specchio di via del Corso riflettono il segnale del nostro passaggio, poi il supplizio di un tratto inclinato intorno al Colosseo diventa schiuma di centinaia di selfie. Le vene spiccano azzurre sulla seconda lunga salita dell’Anagrafe e sulla terza fino a via Sistina. Signore incipriate applaudono prima del buio totale, un guasto elettrico o un semplice colpo di scena rendono la discesa croccante e in scatola. Gli ultimi metri sono comunque veloci e non c’è sovrapprezzo per il ritorno della bella lezione di un percorso illuminato, monocromatico, devoto. Al traguardo penso di avere le varie parti del corpo imperfette e scollegate. Associazioni sconosciute di tifosi urlano. C’è l’odore di frutta degli integratori. C’è il falò dei miei amici.