Corri al Tiburtino 2015. Raymond Carver, lo scrittore a cui devo questa passione, non parlava sussurrava. Chi lo intervistava era quasi sempre disperato: la sua voce sul nastro non si riusciva a sentire. L’espressione ‘’ voce pacata’’ non è sufficiente a descrivere il suo modo di parlare. Oggi voglio imitarlo e essere pacato, voglio maneggiare le parole con molta cautela come faceva lui nella sua scrittura creativa. Corri al Tiburtino è un piccolo capolavoro che funziona da tredici anni e pure oggi ha funzionato. Tre colpi di pistola alla partenza. Il primo per l’attenzione, il secondo per il ricordo, il terzo per la partenza. Nel percorso difficile tanti piccoli assaggi delle vie del quartiere fino a sfiorare i vecchi edifici popolari del Tiburtino III. La giornata è bella e luminosa, parecchi spettatori scrutano il resto di noi, quello che prova a dimenticare amarezza sotto un azzurro quasi feroce. Il tono mite e amichevole di Roberto mi accompagna per tutta la gara, mai in allarme per i sorpassi numerosi anche da parte di un fitto numero di palestrati, tutti con la stessa maglia fosforescente, riusciamo a stemperare la pressione. Al quinto chilometro mastichiamo con le gengive bicchieri d’acqua, scherziamo con un trio familiare: padre, madre e figlia, tutti della stessa squadra, tutti dello stesso ritmo. Ci accompagnano per parecchio. Bagnati e lucidi affrontiamo l’ultimo chilometri con i ragazzi del progetto Filippide e il loro fiero accompagnatore. Un concerto di zip festeggia la bella tuta offerta a tutti come premio di partecipazione. Sul palco di alternano i bambini della scuola di canto guidati da Carola, la loro splendida insegnante. Tommaso, l’inesauribile organizzatore, elegantissimo premia tutti i vincitori e i ragazzi del progetto Filippide e il comandante della stazione dei Carabinieri. La strategia del recupero mi impone un te caldo e una fetta di pane e nutella offerti da un team di signore. Fotografo il bravo Zain ,vincitore, rilassato sul chopper del pittoresco apripista. Saluto Annalisa Gabriele, vincitrice, bella, dinamica, consapevole di essere la più veloce. Il mio amico Roberto mascherando una sublussazione vertebrale mi chiede: ma conosci proprio tutti Tò? Con il contorsionismo dei bugiardi rispondo: sono loro che conoscono me. Sorride. Sorrido. Finalmente